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Stella Gubelli
Amministratore Delegato
stella.gubelli@altisadvisory.com

La governance della sostenibilità è la spina dorsale che consente a un’azienda di definire, attuare e monitorare politiche che mettono al centro temi socio-ambientali, integrando così la sostenibilità nelle sue attività quotidiane e strategiche, attraverso la strutturazione di un insieme di organi, processi e regole decisionali.

Analizzare la governance di un’azienda non è quindi un mero esercizio formale: è il vero banco di prova per capire quanto la sostenibilità sia realmente parte delle sue scelte. È la cartina di tornasole che svela il livello di impegno concreto e la volontà di trasformare i valori in azioni reali e misurabili. Perché, senza sapere chi decide e come vengono prese le decisioni, qualsiasi intento rischia di rimanere solo un’idea. Chiarezza su ruoli, responsabilità e processi è ciò che trasforma la sostenibilità da semplice slogan in un impegno concreto, coerente e responsabile.

Negli ultimi dieci anni, le aziende hanno fatto passi da gigante, adottando modelli di governance della sostenibilità sempre più strutturati. Questo per rispondere a una doppia spinta: quella delle normative — come la CSRD — e quella delle aspettative degli stakeholder (investitori, clienti, dipendenti).

Un punto di svolta è arrivato con il nuovo Codice di Corporate Governance, pubblicato il 31 gennaio 2020, che ha posto il “successo sostenibile” al centro della governance aziendale. Il messaggio è chiaro: l’impresa deve creare valore nel lungo termine per gli azionisti, tenendo conto anche degli interessi degli stakeholder rilevanti. Al Consiglio di Amministrazione viene affidata la responsabilità di integrare la sostenibilità nel piano industriale, nei sistemi di controllo interno, nella gestione dei rischi e nelle politiche di remunerazione.

Sebbene il Codice sia rivolto principalmente alle società quotate — che lo hanno adottato quasi all’unanimità — ha stabilito un modello di riferimento che molte aziende non quotate stanno ormai adottando, spinte anche dalle crescenti pressioni istituzionali.

Tre livelli decisionali per una governance ESG efficace

La governance della sostenibilità si articola oggi su tre livelli chiave:

  1. Consiglio di Amministrazione: il CdA è il fulcro: orienta la strategia, controlla i rischi (inclusi quelli ESG) e supervisiona la comunicazione verso gli stakeholder. Per le aziende soggette a obblighi di disclosure ESG, il CdA deve garantire trasparenza e affidabilità. Spesso si creano comitati dedicati che supportano il CdA nella gestione di questi temi complessi (comitati endo-consiliari).
  1. Management: a livello esecutivo, le organizzazioni possono adottare diverse soluzioni, non alternative:
  • Una funzione dedicata, guidata dal Chief Sustainability Officer (CSO) o Sustainability Manager, che coordina la strategia e gestisce team specializzati;
  • Un Comitato manageriale di sostenibilità, presieduto dal CSO/Sustainability Manager che supporta il CdA nell’integrare la sostenibilità nel business e nel promuovere progetti concreti.
  1. Livello operativo: perché la sostenibilità sia realmente integrata nelle attività, non deve rimanere di esclusiva “competenza” del management. A livello operativo quindi, oltre che prevedere la presenza di figure professionali con competenze di sostenibilità nelle diverse funzioni aziendali (es. Finanza, Acquisti, Operations, Comunicazione), si possono costituire Task force che coinvolgono rappresentanti di diverse funzioni aziendali per mettere in pratica la strategia ESG, coordinare la rendicontazione e garantire coerenza nelle attività quotidiane.

Naturalmente, la complessità della governance varia in base alla dimensione e alla struttura dell’azienda, si presenta una schematizzazione.

  • Tipo di azienda
  • Quotate
  • Grandi Aziende
  • PMI
  • Comitato endo-consiliare
  • Grandi Aziende
  • PMI
  • Funzione Sostenibilità
  • Comitato manageriale
  • PMI
  • Tavoli operativi
  • PMI

Come misurare la maturità ESG di una governance?

La maturità ESG di un’azienda si valuta anche grazie ad alcuni indicatori chiave di governance, tra cui:

  1. Una strategia di sostenibilità formalizzata e chiara
  2. Ruoli ben definiti per la gestione ESG (es. CSO, comitati dedicati)
  3. Coinvolgimento attivo del CdA nella supervisione ESG
  4. Presenza di comitati ESG a livello manageriale
  5. Integrazione dei rischi ESG nei sistemi di controllo e gestione dei rischi aziendali
  6. Trasparenza e completezza nella comunicazione e rendicontazione ESG, secondo standard riconosciuti
  7. Meccanismi efficaci di dialogo e coinvolgimento degli stakeholder su temi ESG
  8. Integrazione degli obiettivi ESG nelle politiche di remunerazione di CdA e management

Una buona governance è, quindi, la leva fondamentale per avviare un percorso che crei valore reale, capace di trasformare impegni e visioni in risultati concreti e condivisi. Ma è anche il biglietto da visita con cui l’azienda presenta il proprio impegno nella sostenibilità: più la governance sarà solida e ben strutturata, più l’azienda risulterà credibile e affidabile.

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