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Stella Gubelli
Amministratore Delegato
stella.gubelli@altisadvisory.com

La sostenibilità sta assumendo un duplice orientamento, interno – in riferimento alla sua integrazione nella governance aziendale – ed esterno – in quanto è utilizzata dal mondo finanziario come criterio di valutazione della solidità di un’azienda. Infatti i fattori ESG sono sempre più attenzionati dagli investitori per scegliere a quali attori destinare le risorse economiche.

Quali sono i rischi ESG?

Partendo dai 3 pilastri tematici – economico, sociale e governance – un’azienda che intende integrare la sostenibilità nel business non può prescindere dall’analisi e dalla conseguente gestione dei rischi legati a questi temi. Questo approccio è utile non solo per migliorare la sostenibilità complessiva, ma per posizionarsi positivamente rispetto alla valutazione degli investitori.

I rischi ESG si dividono in:

  • Rischi ambientali: l’intensificarsi dei cambiamenti climatici, la scarsità di risorse naturali e le nuove normative ambientali pongono sfide significative. Le aziende che non si allineano agli standard ecologici rischiano di affrontare multe, sanzioni e un aumento dei costi operativi. Tra gli aspetti più “recenti” da tenere in considerazione da parte di un’azienda ci sono sicuramente le scelte più consapevoli dei consumatori e quindi il ritorno reputazionale dell’azienda;
  • Rischi sociali: le condizioni di lavoro, l’inclusione, i diritti dei consumatori sono invece gli aspetti sociali della sostenibilità che sono oggetto di valutazione. La mancanza di inclusività, la mancanza della valorizzazione della diversità potrebbero anche compromettere la capacità di attrarre e trattenere i professionisti;
  • Rischi di governance: una cattiva governance può anche tradursi in decisioni aziendali non lungimiranti. Inoltre la mancata trasparenza potrebbe tradursi in una valutazione negativa da parte degli stakeholder.

Come un’azienda può gestire i rischi ESG?

Dunque con i fattori ESG vi è un allargamento della tipologia di rischi che un’impresa deve considerare nel percorso di sviluppo. Questo è certamente il primo passo per ottimizzare le strategie aziendali.
Una volta definiti quelli che sono i possibili rischi è utile creare una sorta di matrice di materialità, in modo da classificarli in rischi di breve, medio e lungo termine. Questo sarà utile per mettere in campo tempestivamente azioni di mitigazione dei possibili risvolti.

Il monitoraggio è infine lo strumento per verificare l’efficacia dell’analisi dei rischi e delle strategie improntate, il continuo cambiamento degli scenari richiede che questa attività sia costante e resiliente rispetto a possibili nuovi rischi.

In un mondo che cambia rapidamente, quindi l’integrazione dei criteri ESG non è più solo una scelta etica o un trend, ma una necessità strategica per le imprese, e anche per le istituzioni finanziarie che desiderano ridurre i rischi e creare valore sostenibile a lungo termine. Le nuove normative introdotte, come la SFDR (che interessa il mondo della finanza), la CSRD (la Direttiva per il mondo delle aziende) e la più recente Tassonomia, hanno reso quasi vincolante l’inserimento dei fattori ESG e la loro gestione nella pianificazione aziendale.

ALTIS Advisory segue con attenzione gli sviluppi del settore e per supportare le aziende ha creato un modello per la valutazione dei criteri ESG, l’Assessment A4ESG. Questo modello ha una duplice valenza: per le aziende in quanto consente di valutare il proprio profilo di sostenibilità e per gli investitori poichè il profilo che ne emerge è utile per le valutazioni di investimento.

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